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LA DAMA DI PICCHE - di Ciaikowskij, direttore Jerzy Semkov, regia di Francesca Zambello, al Teatro San Carlo di Napoli

 

A PRIMA volta della Dama di picche di Ciaikowskij al San Carlo, ossia il primo alle¬stimento napoletano, nasce male. La scena di Peter Davison è francamente brutta: una pare¬te laterale come parte di un teatro, con palchi, spesso abitati, costruiti sulle ventitré, l'altra pa¬rete in sontuoso rococò, fondale a finestroni aperti su scene panoramiche: tutto un'apologià del vetroresina. La regia di Francesca Zambello è inesistente o peggio malamente inventiva, con la risoluzione dell'intermezzo pastorale con una deplorevole moscacieca e la sostituzio¬ne del fantasma della Contessa sul finale con la riapparizione di Iiza: cosa sarà passato nella te¬sta della regista? Luci dilettantesche di Mark Mecollough. Direzione mestissima e disamora¬ta di JerzySemkow, che altre volte era sembrato un direttore di polso e molto interessante, con masse smandrappate di orchestra e coro. Un po' meglio vanno le cose vocalmente, con

la giovane ma già molto promettente Olga Guryakova nella parte di Liza, la brava Elena Okolisheva quale Polinae soprattutto Raina Ka-baivanska autrice del prezioso cammeo della Contessa. Meno interessante il cast maschile, con un Robert Brubaker, Hermann, che avreb-bebuone doti vocalima è sempre di spintae non ha qualità sceniche, un Albert Schagidullin, il Principe, buono ma ingoiato, e soprattutto un impresentabile Maxim Mikhailov nel ruolo im¬portante diTomskij. Lo spettacolo era importa¬to dal CoventGarden,e questo dovrebbe essere una garanzia. Ma chissà com'era là, con un pal¬coscenico attrezzato e masse disciplinate e la Zambello sul posto. Qui c'erano solo sostituti